domenica 19 giugno 2016

Dio attraverso le cose e i gesti

Quando ho iniziato la mia attività di volontariato presso la nostra associazione culturale religiosa, mi sentivo un po' preoccupata in merito alla pratica educativa. Nonostante il progetto fosse mio, le riflessione pedagogiche fossero state condivise con i genitori e la "Stanza dei piccoli" pronta ad accogliere i bambini, io sapevo che la cosa importante sarebbe stata che bimbi e bimbe stessero bene. Essendo in ambito religioso, temevo inoltre che tutti si aspettassero che inculcassi ai figli solo conoscenze cristiane, perché quello sarebbe stato il mio ruolo ufficiale. 
Io, ovviamente, bastian contraria fino al midollo, mi sono inoltrata in un percorso del tutto nuovo, che nessuna confessione religiosa, né tantomeno di stampo protestante, credo abbia mai intrapreso. Sono infatti convinta che i bambini di oggi siano davvero stanchi di sentirsi ripetere dagli adulti, in merito alle cose, informazioni nozionistiche fine a se stesse, tantomeno in riferimento a Dio. D'altro canto essi bramano valori, colori, atmosfere di bellezza, amore, calma. Bramano il fare, lo stare insieme genuino e intriso di collaborazione. Non è solo quello che si sta facendo che conta (a meno che non sia privo di senso), quanto come, dove, con chi. Forse lo dico troppo spesso, ma bambini e ragazzi sono spugne di atmosfere. Spirito e anima di un bambino (e corpo di riflesso), assorbono ciò che percepiscono nell'aria e lo fanno proprio. Trasmettere Dio significa trasmettere queste sottili sensazioni, che passano straordinariamente nel fare insieme. Sì, esatto, nel fare. Potremmo credere che Dio, l'essere spirituale per eccellenza, necessiti più di parola, di poesia, di qualcosa che meno possibile abbia a che fare con il corpo e il gesto. Ebbene la scoperta straordinaria (che poi nuova non è) è stata quella di vedere quanto bambini e fanciulli siano coinvolti animicamente e spiritualmente nel svolgere attività con le mani e possibilmente in gruppo.



La spiritualità viene inoltre trasmessa attraverso il clima di calma che l'ambiente stesso, arredato con amore e criterio, passa ai più piccoli. Sì, parlo proprio di ambiente fisico e lo so che sembra eresia, ma sto sperimentando questo aspetto ogni volta che bimbi e bimbe entrano nella nostra Stanza. Dietro ogni singolo oggetto ha sede un pensiero d'amore, di dolcezza e attenzione che viene percepito dai più piccoli in maniera inconscia, ma tangibile. La mia continua paura di non saper proporre attività che siano all'altezza, viene ogni domenica smontata da questo irrefrenabile desiderio dei bambini di condividere gesti, azioni, emozioni, in un ambiente che li faccia sentire amati. Nessun bambino o bambina si è dimostrato apatico, inconcludente o indolente. Vi è una cura straordinaria nell'utilizzo del materiale e ogni attività è presa sul serio e portata a termine con rigore. E tutto senza grande necessità di essere direttivi o incalzanti. 
Così, partendo da una lettura, ho proposto di costruire del materiale per una mostra aperta al pubblico e, dopo il timore dei ragazzi di non essere in grado (deformazione sociale), l'entusiasmo ha preso il via, perciò... avremo un sacco di lavoro da fare!

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