giovedì 3 novembre 2016

Verso la sostanza

Pensiamo che per essere  bravi educatori, genitori o insegnanti, dobbiamo indottrinare, imprimere nella mente di bambini e ragazzi delle nozioni ben precise, dei valori esplicitati in regole ben verbalizzate, una cultura fatta di successioni mnemoniche di fatti e formule. Così i bambini (i più "bravi") sanno tutto e si comportano come devono.
Qual è il problema in tutto questo? Il problema è che i veri bisogni dell'uomo sono l'essere nutrito (nel corpo, nell'anima e nello spirito) con la vicinanza, l'amore, la bellezza e autoaffermarsi come Io unico e irripetibile, autoriconoscersi e posizionarsi in pienezza nel mondo. Ora se noi guardiamo al futuro, alla società e alle regole che essa impone non possiamo che volerci affrettare nel metodo educativo e didattico con cui ho aperto il post. In questo modo pare che la collocazione di ciascun bambino e bambina nel mondo sia avviata e sicura. Ma così facendo non ci domandiamo affatto come tale collocazione possa avvenire nel pieno rispetto dell'interiorità del bambino e della bambina stessi, anzi in modo che essa sia davvero stimolata a crescere e a venire espressa all'esterno in piena libertà e consapevolezza.
Insegnare delle lezioni è e deve essere una minima parte del lavoro dell'educatore, spesso nemmeno parte visibile. Prima di tutto vanno gettate le basi per una consapevolezza di se stessi, del mondo fuori, di ciò che di bello può esserci, per stupirsene ed esserne grati. Una scuola che non è in grado di fare ciò è una scuola morta, che stimola solo una memoria cerebrale scollegata dalla memoria animica. Ma se queste due memorie non si legano assieme attraverso l'esperienza e per mezzo di un'arte dell'educazione fatta di talenti, nulla potrà far presagire un futuro migliore. Avremo uomini frustrati e ancor prima bambini arrabbiati, che odiano l'istituzione scolatica e, di conseguenza, il sapere che ad essa collegano.
Bisogna uscire dai banchi, uscire dalle mura, uscire dai vecchi schemi. Solo genitori coraggiosi saranno in grado di prendere decisioni così difficili e importanti, oltre il prodotto e verso la sostanza più vera.

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